Fra un esame mammografico e il successivo è consigliabile eseguire sul proprio seno la tecnica dell'autopalpazione, che non consente di affettuare una diagnosi, ma di riscontrare una eventuale anomalia (nodulo palpabile, area di maggiore consistenza, secrezione dal capezzolo) prima della successiva mammografia di screening. Tale eventuale anomalia andrà segnalata tempestivamente al proprio medico di famiglia.
Come si effettua correttamente l'autopalpazione
Fase 1
L’ispezione deve essere eseguita mensilmente, nella fase di riposo della ghiandola mammaria (3-4 giorni dopo il flusso mestruale). Porsi di fronte allo specchio, con il seno completamente esposto e in ambiente ben illuminato. Si osservano le mammelle con le braccia rilasciate lungo i fianchi per evidenziare asimmetrie.
Lo stesso esame si effettua con le braccia alzate per visualizzare la parte inferiore. Si premono quindi le mani sui fianchi, perchè in questo modo si contraggono i muscoli pettorali evidenziando asimmetrie profonde o estese che abbiano interessato i muscoli o le loro fasce.
Fase 2
La palpazione deve essere eseguita in posizione supina con un cuscino sotto la schiena per mantenere il torace in estensione. Si porta la mano, dal lato che si vuole esaminare, dietro il capo e con l’altra si effettua la palpazione in senso orario o antiorario, esaminando con i polpastrelli tutti i componenti della ghiandola mammaria.
Fase 3
Alla fine della palpazione si consiglia di comprimere lievemente il capezzolo e la regione retroareolare per riscontrare la presenza di eventuali secrezioni.