Direttore Salvatore Maurizio Maggiore
Telefono: 0871.358870 - 0871.358693
Guardia partoanelgesia: 0871.358373 (da utilizzare solo per le urgenze)
Ubicazione VII livello corpo E-F (presso l'Istituto di Anestesia)
Altri recapiti
- Ambulatorio di Terapia del Dolore
Ospedale "Santissima Annunziata" Chieti
Telefono: 0871.358478 - Ambulatorio di Anestesia
Ospedale "F. Renzetti" - Lanciano
Telefono: 0872.706454 - Ambulatorio di Anestesia
Ospedale "San Pio" - Vasto
Telefono: 0873.30858 - Ambulatorio di Anestesia
Ospedale "G. Bernabeo" - Ortona
Telefono: 085.9172368
Informazioni generali
Il servizio di partoanalgesia presso l’Ospedale Santissima annunziata di Chieti è attivo tutti i giorni feriali e festivi 24 ore su 24 ed è completamente gratuito. Il responsabile della procedura clinica anestesiologica è il medico specialista in Anestesia e Rianimazione.
Le tecniche di analgesia regionale sono efficaci e sicure per il controllo del dolore e non influenzano le fisiologiche dinamiche del travaglio e del parto.
Gli anestesisti sono parte integrante del team ostetrico-ginecologico e permettono con la loro presenza in sala parto un aumento della sicurezza materno-fetale.
Perchè partorire senza dolore
Il dolore del travaglio e del parto è stato a lungo sottovalutato. Grazie al progresso scientifico, oggi è noto che questo dolore è il risultato di molte e complesse interazioni fisiologiche e psicologiche e che la sua intensità è influenzata in maniera preponderante da fattori psicologici, emozionali e motivazionali.
Molte donne durante la gravidanza sono preoccupate di dover soffrire durante il travaglio ed il parto. L’intensità del dolore non è sempre percepita e tollerata allo stesso modo da ogni persona. E’ noto che con il progredire del travaglio il dolore tende ad aumentare. Esso è dovuto alle contrazioni uterine e alla dilatazione cervicale. Molto spesso il dolore raggiunge un’intensità tale da impedire alla donna di vivere il travaglio in modo sereno, negandole la possibilità di partecipare pienamente alla nascita del proprio figlio e affrontare senza ansia gli eventi a seguire.
La medicina moderna e in particolare la specialità anestesiologica possono offrire alla donna la possibilità di controllare il proprio dolore durante il travaglio ed il parto mediante tecniche di analgesia farmacologiche e non.
Le strategie non farmacologiche (immersione in acqua, ipnosi, TENS, agopuntura) necessitano di ulteriori validazioni. La medicina basata sull’evidenza considera l’analgesia perimidollare (tecnica epidurale) come la forma più efficace di analgesia in corso di travaglio di parto, in grado di non interferire con la fisiologia del travaglio stesso.
L’analgesia peridurale svolge un’azione favorevole sul benessere materno-fetale, attraverso una riduzione dello stress e della secrezione ormonale ad esso associato.
L’effetto antalgico determina un miglioramento della ventilazione materna e una migliore ossigenazione fetale. Inoltre un mancato controllo del dolore severo è associato ad alterazioni di tipo psichico, quali aberrazioni del normale rapporto tra madre e neonato, disturbi della sfera sessuale, depressione post partum e disturbo da stress post-traumatico.
E’ possibile pertanto offrire alle donne che ne fanno richiesta, la possibilità di controllare il dolore del travaglio e del parto con tecniche analgesiche
La presenza dell’Anestesista Rianimatore in sala parto garantisce inoltre un aumento della sicurezza per il tempenstivo trattamento di un’eventuale emergenza ostetrica.
Visita anestesiologica
Le gestanti che intendono usufruire di una procedura anestesiologica durante il travaglio ed il parto devono essere sottoposte a visita dalla 35° settimana di epoca gestazionale. Durante tale visita anestesiologica, per una scelta libera, consapevole e responsabile, alle gestanti sono fornite informazioni adeguate e complete sulle metodiche di analgesia previste per il controllo del dolore. Tali informazioni comprendono le relative indicazioni, i possibili benefici per la madre e per il feto, le controindicazioni, nonché le eventuali complicanze. Le informazioni fornite dall’anestesista durante la visita sono parte integrante dei corsi di accompagnamento alla nascita, organizzati dai consultori familiari in collaborazione con le equipe ospedaliere, finalizzati a garantire la continuità assistenziale tra ospedale e territorio.
Durante la visita l’anestesista:
- Raccoglie un'anamnesi mirata a definire le condizioni psicologiche e socio-familiari della gestante, accerta il profilo di rischio dell’unità materno-infantile, definisce una corretta valutazione della percezione del dolore attraverso scale codificate e condivise, conosce la modalità di percezione del dolore nelle eventuali esperienze, accerta l’eventuale allergie a farmaci
- Raccoglie informazioni su eventuali terapie farmacologiche in corso e presenza di patologie pregresse o in corso.
- Esegue l’esame obiettivo mirato a verificare le condizioni di benessere della donna e del feto. In particolare valuterà obiettività cardiaca (PA FC), polomare
- Valuta esami ematochimici e strumentali effettutati. In particolare saranno necessari: emocromo con conta piastrinica, screening emocoagulativo, Rh, gruppo sanguigno ed ECG.
- Spiega alla paziente le finalità del controllo del dolore, i possibili vantaggi e le possibili complicanze,
- Acquisisce il consenso verbale e scritto alla procedura prestabilita (consenso informato)
- Compila la cartella anestesiologica con i dati anamnestici e clinici della gestante
Quando viene praticata l'analgesia
L’analgesia epidurale è la tecnica più sicura ed efficace per controllare il dolore del travaglio e del parto ed è praticata da un medico anestesista rianimatore, esperto in questa procedura.
Non è necessario avere un certo grado di dilatazione cervicale per chiederla. La tecnica può essere eseguita in qualsiasi momento, purché il ginecologo e l’ostetrica abbiano constatato che il travaglio sia iniziato. Il momento della richiesta dipende quindi esclusivamente dalla donna e dalla presenza e dall’intensità del suo dolore.
Sarà la donna a decidere quando richiedere l’analgesia, sebbene sia auspicabile iniziarla in fase di travaglio non troppo avanzato per un miglior controllo del dolore.
Tecnica di anelgesia peridurale
La tecnica consiste, previa anestesia locale, nell’introduzione di un ago (Fig.1) nello spazio peridurale (o epidurale) lombare. Attraverso questo ago viene inserito un sottile catetere che viene fatto risalire per qualche centimetro nello spazio epidurale. Nel catetere sono quindi somministrati i farmaci necessari (anestetici locali e/o analgesici) che possono essere ripetuti in base alla durata del travaglio. Il posizionamento del catetere necessita di alcuni minuti e solitamente non è doloroso.
Lo spazio epidurale è localizzato all’interno del canale vertebrale e circonda l’involucro protettivo del midollo e delle radici spinali I nervi interessati al trasporto delle sensazioni dolorose dall’utero e dal perineo vengono anestetizzati a tale livello.
La combinazione e la dose dei farmaci iniettati non causano blocco motorio consentendo pertanto una partecipazione attiva della donna. Qualora lo si desiderasse, è possibile deambulare ed assumere posizioni consigliate dall’ostetrica.
Questo tipo di analgesia non riduce la forza muscolare e consente di spingere adeguatamente al momento dell'espulsione: la donna è chiamata a partecipare attivamente per tutta la durata del parto.
Possibili complicanze
La peridurale eseguita da personale esperto e qualificato è una tecnica sicura e abitualmente priva di complicanze. Raramente può manifestarsi cefalea post-puntura durale (0,2 – 3% dei casi). Tale cefalea ha caratteristiche del tutto peculiari: compare entro 7 giorni dalla esecuzione della tecnica, scompare entro pochi giorni, migliora con la posizione supina e si controlla con comuni analgesici ed assunzione abbondante di liquidi.
Una lombalgia di intensità variabile si può manifestare dopo il parto ed è in genere imputabile alla complessa dinamica del parto ed alle fisiologiche modificazioni materne indotte dalla gravidanza più che alla manovra di posizionamento del catetere peridurale.
Le sequele neurologiche gravi e sicuramente attribuibili alla tecnica sono decisamente rare; la loro incidenza si stima oscilli tra 1/100.000 e 1/200.000. Esse sono conseguenza di ematomi epidurali, lesioni delle radici nervose, infezioni meningee e aracnoiditi.